Il grande viaggio al centro delle COSE
Ciao ragazzi studiosi del celerimetro!
Vi anticipo che durante questa sintesi finale, per facilitarvi la visione e la lettura del blog, vi rimanderò ai vari step che ho utilizzato per
descrivere questa “cosa”. Il nostro corso universitario infatti si incentra sullo
studio del nome più indeterminato della lingua italiana: la cosa.
La mia in particolare è stata il celerimetro detto anche, più comunemente, tacheometro.
Ammetto di esserne venuta a conoscenza ad
ottobre, ad inizio anno, quando mi è stata assegnata, e il mio primo pensiero è
stato che avesse un nome veramente strano. Così mi sono data da fare, ho
cercato le sue origini, il suo inventore, diciamo, “moderno”. Perché in realtà
questo strumento, adatto a rilevare distanze e misurare gli angoli dei terreni,
è stato un po’ il risultato di un percorso nato fin dagli antichi egizi, i
quali avevano anche dei riti legati all’assegnazione dei confini dei campi: la
cerimonia "Pedj-Shes".
Ignazio Porro, un piemontese come me, fu il suo
ideatore, colui che lo compose, che gli diede una scienza di cui far parte, la
celerimensura, di cui parla anche nei libri. Porro riuscì a fondare una sua industria, come potete leggere
nello step a lui dedicato, e i suoi successori intrapresero delle strade in
parte diverse, concentrandosi su occhiali da vista e da sole, magari alcuni di
voi lettori, indossatori di lenti, potreste aver sentito parlare dell’azienda
Salmoiraghi&Viganò?
Ai tempi delle prime uscite il tacheometro era
oggetto di varie pubblicità spinte dall’azienda creatrice, la Filotecnica di
Porro e dalla Salmoiraghi&Viganò, è nato poi un marchio, e si sono scritte le normative su cui si deve
basare il suo utilizzo.
Negli anni lo strumento ha cambiato il proprio
essere, variando i materiali da cui era composto, e questi, come ho potuto
studiare, hanno vari principi chimici, di cui bisogna stare attenti se si vogliono utilizzare. Il celerimetro se visto con occhio inesperto sembra uno strumento abbastanza semplice, costruito in pochi passaggi, ma vi assicuro che ha un numero non indifferente di elementi da mettere insieme, e per darmi ragione vi collego allo step anatomico.
Ho trovato divertente lo step sull’abbecedario, vi consiglio di darci un’occhiata, ho cercato, per ogni lettera dell’alfabeto, un collegamento con il tacheometro. Grazie a questo step ho ampliato maggiormente i riferimenti, ad esempio, se andate a vedere nella lettera F, ci sono addirittura generazioni di famiglie che incentrano il loro mestiere sul celerimetro! Questo della famiglia Frighi è un collegamento recente, così come l'articolo di Stefanato del 2016 per "il Giornale".
Grazie ad internet e a Youtube sono riuscita ad imparare a “mettere in stazione” un tacheometro, ovviamente solamente guardando, perché ancora non ne ho a disposizione uno per far prove dal vero.
Nonostante io non lo conoscessi, il celerimetro è presente
nei film, nei cartoni animati, nei Simpson addirittura! Poi lo si trova nei
fumetti, nei francobolli… Posso rivelarvi anche che ormai guardando la televisione
ho il desiderio di scovare un celerimetro talmente ho faticato per trovare dei collegamenti! Successivamente però ho notato che il vero segreto sta nell’imparare
ad usare i motori di ricerca che possediamo, perché essi hanno un enorme
potere e un cervello molto, molto più grande del nostro. Proprio per questo mi sono stupita, nel senso positivo del termine, quando ci è stato consigliato di usare
Vi aggiungo ancora un riferimento che potrebbe esservi utile nel caso vogliate un immediato faccia a faccia con il mondo di questo strumento, ho creato una mappa concettuale, come ultimo step, che rimanda ai discorsi che ho toccato nel blog.
Siamo cresciuti con il terrore di non poter fare uso nei temi, nei compiti a scuola, della parola "cosa", le maestre e i professori sono nemici di questo termine così poco specifico e banale. Ho invece imparato in questi mesi a darne importanza: le cose sono il fondamento della storia, sono testimonianze di esperienze ed avvenimenti. Io ho approfondito durante questo blog uno strumento, simbolo della tecnica, e come affermato da José Ortega y Gasset, senza di essa, l'uomo, non sarebbe mai esistito.
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