Luna.

Aibek fa parte di una famiglia che di generazione in generazione, si tramanda un importante lavoro: accendere e spegnere la Luna; è un lavoro di precisione e tecnica, un mestiere solitario, lassù, in mezzo all'universo. 
Il padre un giorno si ritira e il compito passa al ragazzo, il quale viene però più volte tentato da quell'ombra scura lontana, la Terra. Aibek decide quindi di rischiare, di esplorare questo nuovo mondo, 'la palla bluastra' che ha sempre visto da lontano...

" <<Si è spenta la luna.>> L'annunciatore televisivo aveva un tono allarmato, ma invitava alla calma. Un filmato ripercorreva le notti, quando quella pietra gigante era così illuminata da sembrare senza tempo. "

Cosa è successo? 



Vi ho voluto riportare poche righe riguardati un libro che ho letto e sto leggendo in questi giorni, in realtà non l'ho ancora finito. 
Durante il blog vi ho parlato di uno strumento che misura distanze e angoli... immaginatevi che questo ora possa andare a misurare addirittura la distanza con la Luna!
Essa è ciò che c'è di essenziale in questa narrazione. Aibek ha dovuto vivere per anni sulla sua superficie, ha fatto bene a lasciarla?

IL CELERIMETRO A 360 GRADI

Il grande viaggio al centro delle COSE

Ciao ragazzi studiosi del celerimetro! 

Vi anticipo che durante questa sintesi finale, per facilitarvi la visione e la lettura del blog, vi rimanderò ai vari step che ho utilizzato per descrivere questa “cosa”. Il nostro corso universitario infatti si incentra sullo studio del nome più indeterminato della lingua italiana: la cosa.

La mia in particolare è stata il celerimetro detto anche, più comunemente, tacheometro.

Ammetto di esserne venuta a conoscenza ad ottobre, ad inizio anno, quando mi è stata assegnata, e il mio primo pensiero è stato che avesse un nome veramente strano. Così mi sono data da fare, ho cercato le sue origini, il suo inventore, diciamo, “moderno”. Perché in realtà questo strumento, adatto a rilevare distanze e misurare gli angoli dei terreni, è stato un po’ il risultato di un percorso nato fin dagli antichi egizi, i quali avevano anche dei riti legati all’assegnazione dei confini dei campi: la cerimonia "Pedj-Shes".

Ignazio Porro, un piemontese come me, fu il suo ideatore, colui che lo compose, che gli diede una scienza di cui far parte, la celerimensura, di cui parla anche nei libri. Porro riuscì a fondare una sua industria, come potete leggere nello step a lui dedicato, e i suoi successori intrapresero delle strade in parte diverse, concentrandosi su occhiali da vista e da sole, magari alcuni di voi lettori, indossatori di lenti, potreste aver sentito parlare dell’azienda Salmoiraghi&Viganò?

Ai tempi delle prime uscite il tacheometro era oggetto di varie pubblicità spinte dall’azienda creatrice, la Filotecnica di Porro e dalla Salmoiraghi&Viganò, è nato poi un marchio, e si sono scritte le normative su cui si deve basare il suo utilizzo. 

Negli anni lo strumento ha cambiato il proprio essere, variando i materiali da cui era composto, e questi, come ho potuto studiare, hanno vari principi chimici, di cui bisogna stare attenti se si vogliono utilizzare. Il celerimetro se visto con occhio inesperto sembra uno strumento abbastanza semplice, costruito in pochi passaggi, ma vi assicuro che ha un numero non indifferente di elementi da mettere insieme, e per darmi ragione vi collego allo step anatomico.

Ho trovato divertente lo step sull’abbecedario, vi consiglio di darci un’occhiata, ho cercato, per ogni lettera dell’alfabeto, un collegamento con il tacheometro. Grazie a questo step ho ampliato maggiormente i riferimenti, ad esempio, se andate a vedere nella lettera F, ci sono addirittura generazioni di famiglie che incentrano il loro mestiere sul celerimetro! Questo della famiglia Frighi è un collegamento recente, così come l'articolo di Stefanato del 2016 per "il Giornale".

Grazie ad internet e a Youtube sono riuscita ad imparare “mettere in stazione” un tacheometro, ovviamente solamente guardando, perché ancora non ne ho a disposizione uno per far prove dal vero.

Nonostante io non lo conoscessi, il celerimetro è presente nei film, nei cartoni animati, nei Simpson addirittura! Poi lo si trova nei fumetti, nei francobolli… Posso rivelarvi anche che ormai guardando la televisione ho il desiderio di scovare un celerimetro talmente ho faticato per trovare dei collegamenti! Successivamente però ho notato che il vero segreto sta nell’imparare ad usare i motori di ricerca che possediamo, perché essi hanno un enorme potere e un cervello molto, molto più grande del nostro. Proprio per questo mi sono stupita, nel senso positivo del termine, quando ci è stato consigliato di usare Google Ngram Viewer per effettuare un'analisi sulla frequenza di utilizzo dei termini legati al tacheometro nel corso della storia, e vedete che cosa ne è uscito fuori: io ho voluto chiamarle montagne russe.

Vi aggiungo ancora un riferimento che potrebbe esservi utile nel caso vogliate un immediato faccia a faccia con il mondo di questo strumento, ho creato una mappa concettuale, come ultimo step, che rimanda ai discorsi che ho toccato nel blog.

Siamo cresciuti con il terrore di non poter fare uso nei temi, nei compiti a scuola, della parola "cosa", le maestre e i professori sono nemici di questo termine così poco specifico e banale. Ho invece imparato in questi mesi a darne importanza: le cose sono il fondamento della storia, sono testimonianze di esperienze ed avvenimenti. Io ho approfondito durante questo blog uno strumento, simbolo della tecnica, e come affermato da José Ortega y Gasset, senza di essa, l'uomo, non sarebbe mai esistito.


step #02 : UNO SGUARDO DA VICINO

Al primo sguardo! Questo modello di celerimetro è possibile trovarlo al  Sulphur Museo Storico Minerario  che si trova nel Comune di Novafel...

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